Cosa si intende per ageismo o etaismo?
Per ageismo (o etaismo) si intende un atteggiamento mentale o un comportamento pratico che discrimina le persona a causa dell’età.
L’ageismo colpisce solo gli anziani?
L’ageismo colpisce in modo subdolo tutte le età, inizia da piccoli e progredisce nel tempo.
Che conseguenze ha l’ageismo sulla rete sociale?
L’ageismo provoca stress, isolamento, difese, che si ripercuotono sulla salute e sul benessere dell’intera società.
In altre parole le caratteristiche principali dell’ageismo si riassumono in cinque punti essenziali:
- l’ageismo è universale, si manifesta nei confronti di tutte le persone indipendente se esse siano giovani o anziane;
- l’ageismo è formale, ovvero è connesso alla società del benessere, dove l’immagine ha un ruolo centrale
- l’ageismo è discriminatorio, ovvero esalta le differenze favorendo estraneità e solitudine;
- l’ageismo è subdolo in quanto agisce anche attraverso canali o persone di fiducia;
- tutti siamo vittime e artefici dell’ageismo perché non sono solo i giovani ad avere dei preconcetti ma anche gli adulti e gli anziani, uno nei confronti dell’altro.
Vediamo di seguito qualche esempio di condizionamento socio-culturale scoprendo il pregiudizio che lo anima.
Le età sono state divise in categorie a seconda della data di nascita: Boomer, Millennials, Generazione Y e via dicendo. Questi gruppi pur essendo separati da pochi decenni vengono considerati su livelli diversi, esasperandone le diversità.
Il pregiudizio risiede nel pensare che sia la data di nascita, e non le caratteristiche complessive genetiche, sociali e culturali, a qualificare le persone.
Ogni volta che si nomina un prodotto “antietà” o “antiage” viene declamato questo paradigna: la gioventù è il momento cruciale dell’esistenza, momento che da un lato dovresti far durare in eterno ma che paradossalmente dura un attimo. Se perdi l’attimo sei out e la vita perde di significato. (parlo di laurea, master, fidanzat*, figli e bla bla bla)
Ciò crea tensione nei giovani e depressione negli anziani o giovani-anziani (ovvero le persone tra i sessanta e i settantacinque anni).
Il pregiudizio risiede nel credere che invecchiare sia una colpa. Il pregiudizio sta nel credere che il tempo “giusto” possa finire.
Il linguaggio è significativo e penalizzante: fino a qualche anno fa le giovani donne che affrontavano la maternità dopo i trent’anni venivano definite “attempate“, e tutt’ora si continuano a definire “tardone” le giovani-anziane che vanno in discoteca non accompagnate. Venir considerat* in ritardo rispetto a una tempistica precostituita mortifica la volontà di cambiare le regole e sperimentare altre strade.
Il pregiudizio sta nell’usare il termine tempo e i suoi derivati come discriminanti negative.
I progressi tecnologici sono confusi con le abilità tecnologiche e quindi sono considerati un ostacolo nell’integrazione degli anziani o dei giovani-anziani; se una donna over settanta usa un Iphone o chatta su Instagram viene guardata con meraviglia, mentre di fatto l’accesso al web e ai vari device è sempre più intuitivo e accessibile e può costituire per tutti una rete sociale.
Il pregiudizio risiede nel considerare la tecnologia inaccessibile o difficile da capire per gli over sessanta.
Se un uomo o una donna over sessanta viene coinvolto in un incidente non fa notizia, perché dopo una certa età le persone perdono di visibilità e interesse. Se ancor peggio un anziano si ammala, viene considerato un peso sociale e in molti casi viene trattato alla stregua di un incapace di intendere e di volere.
Il pregiudizio è pensare che con l’età le persone non abbiano più una loro vita ricca di emozioni e desideri, e che socialmente costituiscano un peso.
Concludendo, i problemi sono tanti e complessi, ma vorrei isolarne qualche aspetto, legato al mio progetto, ovvero alla condizione degli adulti over 60 e iniziare a parlare di soluzioni. Premetto che volutamente non tratterò dalla prospettiva femminile, che affronterò in un post dedicato.
L’economia del benessere (che si fonda sul superfluo, sul tempo libero e sull’immagine) ha esasperato il sentimento di smarrimento degli over sessanta, in quanto non hanno immagini interiori solide di riferimento. C’è un periodo oscuro in cui ci si considera fisicamente attivi ma socialmente inadeguati.
➡ COSTRUIAMO NUOVE IDENTITA’
La velocità che è un’altra caratteristica della presente economia, ha contribuito alla svalutazione dell’adulto over 60, in quanto è considerato lento e quindi incapace di operare nel contesto mediatico attuale.
➡ TESTIMONIAMO LA PRESENZA SUI SOCIAL
L’accento viene forzatamente e volutamente posto sulle differenze e non sugli elementi comuni, portando a credere che determinate esperienze, e parlo del lavoro, delle passioni, degli entusiasmi, in definitiva dello sviluppo dell’animo umano, finisca con l’uscita delle persone dal mercato del lavoro e per le donne in particolare con la fine dell’età fertile.
➡ RACCONTIAMO LE NOSTRE ESPERIENZE DI CAMBIAMENTO
Perché le idee con cui ci imbattiamo quotidianamente non sono vere ma sono solo dei pregiudizi che vanno prima riconosciuti e poi contrastati.
Parliamone!
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“Forse è ora che fai la nonna. Meglio se a tempo pieno…”.
— Paola
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