STEREOTIPI E CONTRARI
Arzilla la vecchietta o sono in splendida forma?
Va bene che ci dicono che fluttuiamo in una “società liquida“, il cui vantaggio sembra essere la possibilità di autodefinirsi, ma io quindi, femmina, bianca di anni 66, chi sono?
Sono una ‘arzilla la vecchietta’, sono una ‘ai miei tempi era diverso’, sono una ‘ho una certa ma mi difendo’?
B. Strozzi, 1637, La vecchia civetta, Vanitas
Iris Apfel, classe 1921, 3MLN follower
In definitiva esiste una identità, un gruppo, almeno un neologismo adatto per definirmi o devo proprio fare tutto da sola?
Dalla ‘civetta’ all’ ‘influencer’
Una volta ci insegnavano a non usare troppo trucco e belletto e assolutamente abbandonare qualsiasi velleità estetica, pena il ridicolo e il grottesco, man mano che ci avvicinavamo alla tundra menopausale.
Ora è diverso, si è passati dalla rappresentazione della “vecchia civetta”, grottesca nella sua vanità senile, a quella dell’iconica Iris Apfel e persino la chirurgia estetica, una volta simbolo di conformismo o insicurezza, eredità femminista, viene superata grazie al principio che ognuno è libero di autodefinirsi come meglio crede.
La stessa Ornella Vanoni, classe 1936, questa ex sciura milanese, che a primo acchito sembra (diciamocelo) di gomma, viene di fatto seguita da innumerevoli fan di ogni età e condizione.
Meritato riposo a chi?
Questa metamorfosi ha coinvolto lo stereotipo del pensionato che da vecchierello si è trasformato in un esigente e dinamico consumatore ben lontano dall’apprezzate il suo ‘meritato riposo’.
Dal vecchietto al customer
Una cosa è certa, la fascia di persone definita anagraficamente come “anziana” presenta delle diversità evidenti rispetto alle generazioni precedenti e queste differenze stanno tentando di concretizzarsi in una immagine nonché in una parola nuova di riferimento.
Da vecchi diventiamo golden, da anziani diventiamo grandi, la terza età è diventa la silver age insomma in qualche modo siamo pioneristici!
Ma perché?
Sicuramente viviamo più a lungo e viviamo meglio delle generazioni precedenti. Intuizione recepita dall’INPS che sposta sempre più in là la cosiddetta età pensionabile anche se anagraficamente la terza età è ferma ai 65 anni. Concetto applicato nella realtà e ben recepito da tutti gli over 65 nel periodo della pandemia. Agli anziani (over65) era impedito di uscire e perché sommariamente categorizzati come fragili ed gli erano rifiutate le cure mediche e quindi per principio categorizzati come terminali…. E quindi?
Quindi…
La cultura della prevenzione, il medico gratuito, la regolamentazione dei carichi di lavoro, i progressi della scienza, la diminuzione delle nascite hanno contribuito non poco a dare al nuovo sessant’enne una prestanza ben diversa dalle generazioni precedenti.
Randi Honeycutt
157 Mila follower
Il solo fatto che il capello argentato è diventato di moda anche su donne di appena quarant’anni , è una piccola rivoluzione e dimostra la consapevolezza femminile di separare quelli che sono i segni classici della età dalla prestanza fisica e cambiare l’estetica classica legata al concetto di gioventù.
Di che cambiamento si tratta?
La società attuale è cambiata, continua a cambiare. Estremamente individualistica e chiusa in un universo virtuale che sta prendendo il sopravvento, quella che si definisce la società del prestissimo, poco si adatta a riconoscere il valore di una persona che supera la china dei cinquant’anni.
Questo è in parte dovuto ai pregiudizi legati al concetto di analfabetismo informatico e funzionale, che mettono in discussione la capacità di analisi e giudizio della persona poco tecnologica, facendo un abbinamento scorretto con l’analfabetismo culturale degli anni Cinquanta. (Sarebbe interessante sperimentare, e qui bisognerebbe aprire un discorso, che età colpisce maggiormente l’analfabetismo funzionale e l’analfabetismo di ritorno…)
Ne scaturisce la tendenza a modellare una immagine ideale del nuovo giovane vecchio, che è troppo atletico, troppo bello, troppo chic, in definitiva simile ai prototipi proposti dai social ai nostri adolescenti…
Il valore dato ai messaggi legati all’estetica virtuale mette ci induce ad abbinare alla bellezza dell’immagine spesso artefatta, plagiata e vuota di contenuto, la capacità di definire noi stessi e addirittura di produrre cambiamento.
Da qui la difficoltà ulteriore ad accettare una immagine di sé che invecchia, o se accettata, la necessità compensatoria e a volte palesemente eccessiva, di insistere contro ogni evidenza sulla ‘bellezza’ dell’anziano spinti dal vento delle attuali logiche inclusive.
Produco ergo sum
Infine va menzionato il valore dato dalla attuale società al concetto di produzione, produrre come sinonimo di creare valori, che distanzia nettamente non solo il peso della cultura ma perfino quello del denaro. Sei vivo, sei attivo, sei accettato, sei vincente solo se produci.
Tale approccio può portare a una marginalizzazione di chi non riesce o non desidera conformarsi a questo modello (non solo gli anziani ma anche gli artisti, le persone diversamente abili o chi semplicemente sceglie percorsi di vita alternativi)
E i nostri vecchi vecchi?
I nostri nonni erano la generazione della guerra, dove la sopravvivenza era un privilegio e la vecchiaia un lusso. Inoltre l’intervento assistenziale era agli arbori in tutti i settori, e il ruolo della famiglia ai primi del 900 era per forza la rete primaria di riferimento, all’interno di un microcosmo sociale, il caseggiato, il paese o il quartiere, dove si cooperava per sostenersi e mantenere il decoro della famiglia nel suo complesso. In questo mondo infilare (a forza e senza consenso) un vecchio in un ospizio era sinonimo di miseria nera. Ora no.
Tirando le somme
In definitiva la società attuale gratifica i nuovi e soprattutto i futuri vecchi progettando un mercato atto a soddisfare i consumi di una platea in crescita esigente e attiva, spaziando dall’estetica alla cura telematica, ma questo operare, utile da un verso (le scale mobili tanto per fare un esempio facilitano, gli schermi adattati aiutano, e così via) ci trasformano in una categoria, svilendo il valore dell’età ovvero quella marea di competenze raggiunta attraverso il trascorrere degli anni come persone.
Silver Economy tra sfide e opportunità. Nell’inverno demografico che sta arrivando crescono le opportunità di investimento per rispondere ai bisogni silver
La percezione di noi
Ovviamente la reazione psicologica ai passaggi d’età è assolutamente individuale a seconda delle esperienze, della genetica, delle abilità. Ma di sicuro non è un autodefinirsi grazie a non so che bacchetta magica ma pretende un grande lavoro di riflessione, pena il ritrovarsi imprigionato in una dimensione frustrante e contraddittoria.
Uomini e donne evolvono diversamente?
La vecchiaia al femminile ci penalizza non poco se ci lasciamo guardare attraverso gli occhi di una società maschilista, ma se, affrontato e superato il cambiamento ormonale legato alla menopausa, lo usiamo per svincolarci dal giudizio del maschio, spesso noi donne siamo più agguerrite nei confronti della nostra progettualità.
Il problema dell’invisibilità
Anche l’invisibilità femminile che procede col procedere dell’età, di cui si parla spesso, è in gran parte collegata a un’ottica maschilista. Siamo invisibili per chi? Ci nascondiamo da cosa?
Noi madri del mondo
In Italia abbiamo la cultura della “madre“, un obbligo vincolante in età fertile, diventa un asso nella manica col procedere degli anni. E non parlo dei nostri figli che se ne sono andati da un pezzo, parlo della femminilità che si estende dai figli dei figli, se esistono, alla umanità intera, generando una consapevolezza in termini di istinti vitali e di conservazione della specie che ci premia con una marcia in più nel portare avanti infiniti progetti.
Anche la stessa dimensione della casa, coltivata dalla donna come proprio spazio creativo, dimensione che può essere facilmente bilanciata con lo spazio esterno per la donna, è viceversa difficilmente accettata dall’uomo a maggior ragione se anziano come risorsa.
E agli uomini (che brizzolati sono più belli) che succede da vecchi vecchi?
Ecco, mi viene la tentazione di sparare a zero, ma mi trattengo perché in definitiva ognuno si porta dietro il suo passato e la sua personalità.
Vero è che la perdita della potenza sessuale, ben poco colmata in definitiva dall’uso di sostituti chimici, problema di cui si parla pochissimo ma che è comune a tutti gli uomini verso i settant’anni, unita ai problemi di prostata (anche di questo si parla pochissimo al contrario dell’incontinenza femminile), così svilenti per il maschio e piuttosto irrilevanti per la femmina, influiscono non poco, unitamente alla fuoriuscita dal processo produttivo, sulla psiche dell’uomo.
Il maschio inoltre, almeno quello della mia generazione, tende a ripetere gli stessi schemi, non evolve, non cambia, cosa che invece noi donne, a cambiare intendo, siamo più brave.
Pionieri
Quindi, dopo questo lungo ragionare, ho capito chi sono, a chi somiglio e da chi mi distinguo?
Insomma…
Perché, pur sviscerando le dinamiche sociali, le realtà del mercato, i pregiudizi, i mutamenti del costume, pur riconoscendo le possibilità e le insidie del cambiamento, le diversità di genere e tutto quello di cui ho parlato sopra, c’è sempre una parte del percorso che ancora ignoro, una parte che si confronta con l’io passato e l’io futuro, con bisogni e fragilità nuove, e che non sono in grado di prevedere se non passandoci dentro. E che nome darmi in questa fase della vita, in che gruppo riconoscermi, se non quello semplicemente di persona, veramente ancora non lo so.
Un caro saluto.
Gran Paolina
Bibliografia:
Ageismo e psicologi: breve narrative review della letteratura. Rosita Maglie, Claudia Marin, Ignazio. Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione, Università degli studi di Bari Aldo Moro.
https://journals.francoangeli.it/index.php/ripoa/article/view/13312/1273
Centre for Ageing Better, Londra, https://ageing-better.org.uk/about-us
Ageismisneverinstyle, Londra, https://www.ageismisneverinstyle.com/
How “The Golden Girls” Celebrated—and Distorted—Old Age, New Yorker, 12, 2024,
Un nuovo spazio per noi nuovi silver
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